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Risposta di Angela a Marco

Posted on 9 Aprile 202017 Aprile 2020 by admin

Caro Marco

ormai siamo arrivati alla terza domenica o forse quarta di isolamento (ho perso il conto). Ti devo dire che sta andando bene. Le giornate trascorrono molto in fretta, talmente tanto che le settimane ormai stanno volando. Se ci penso mi sembra così strano. Fatta eccezione dei primi giorni in cui mi sono dovuta abituare ad uno stile di vita completamente diverso, adesso mi ci sto abituando. Certo gli sbalzi d’umore sono alla base di una sana clausura, sai che noia altrimenti.

Diversamente da te io sono a casa con la mia famiglia e questo sicuramente mi sta aiutando anche se devo ammettere che questa stretta convivenza in alcuni giorni si fa sentire un po’ pesante. Siamo in 4 e anche se abbiamo più o meno ognuno il proprio spazio è all’ordine del giorno qualche scontro soprattutto con l’avanzare dei giorni. Tuttavia mi piace vedere il lato positivo e quindi perché non dire che questi scontri danno un pizzico di brio e movimento alle giornate, direi che suona meglio detta così.

Sappi che non ti giudico affatto per le tue passeggiate in campagna, anzi ti invidio. Riesco quasi ad immaginarti e se chiudo gli occhi sento anche la bellezza della campagna in una bella giornata di primavera in cui il sole ti riscalda anche l’anima. Quindi goditi questo privilegio, anche un po’ per me.

Sono passate un paio di settimane dalla tua lettera a questa risposta e sono curiosa di sapere una cosa: alla fine ha nevicato? Lo hai acceso il camino? Anche io ce l’ho a casa e quando la sera mi siedo sul divano davanti a lui mi sento coccolata. Penso che il camino faccia molto casa è come se avesse un potere magico.

Cosa mi manca? Camminare vicino al mare, sentirlo e respirarlo. Poi sicuramente la mia nonna che non vedo da un mese, i miei amici. Mi manca guidare perché amo la sensazione di libertà che mi dà (fatta eccezione del traffico, se ci penso quello non mi manca affatto). Mi mancano gli abbracci.

Oggi stavo ascoltando il telegiornale della regione Campania e hanno fatto un servizio su un signore anziano unico abitante di un paesino ormai abbandonato. Vive di quello che gli offre la terra, senza un telefono o una televisione comunicando attraverso lettere, come se fosse in un’altra epoca. Pensa che lui non sapeva nulla di questo virus lo ha scoperto solo andando al supermercato in un paese vicino perché lì si parlava solo di quello. Mi sono messa a pensare e all’inizio lo ritenevo un folle, come faceva un uomo anziano a vivere solo in un piccolo borgo, non so tu, ma io forse sarei impazzita. Poi a caldo mi sono fatta una domanda: ma non è che i folli siamo noi? Siamo sempre così di fretta, indaffarati e concentrati sulla nostra vita da non alzare mai lo sguardo per ammirare le cose, i paesaggi e le persone che ci circondano. Ci lamentiamo tanto di questo “stare a casa” come se ci avesse isolato da tutto e tutti e invece paradossalmente ci sta avvicinando e ci sta facendo rendere conto di cosa abbiamo. Tu che ne pensi?

Spero tu stia bene e che continui a fare le tue passeggiate

Ti abbraccio virtualmente

Angela

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