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51. C.

Posted on 12 Maggio 202011 Agosto 2020 by admin

 18 aprile 2020

 

Oggi pensavo che sono anni che non scrivevo una lettera. Una lettera vera, intendo. Eppure spendo ore a scrivere, quasi tutti i giorni. Preparo corsi, redigo articoli, scrivo una tesi – paragrafi di cose fondamentalmente inutili che forse non verranno mai pubblicate. Quante mail scriviamo al giorno? E post, e cinguettii? Quanto c’è di noi e di vero in quelle linee, in quelle pagine?

C’era un tempo in cui non potevo fare a meno di carta e penna, seriamente. Da bambina tenevo un diario e mi è sempre piaciuto redigere temi per la scuola. Leggevo e scrivevo. Pensieri sparsi, cartoline, poesie, racconti. E lettere. Come tutti i millennials ho avuto anch’io almeno un’amica di penna e un pen pal internazionale. Posso pure vantare una fitta corrispondenza con La Santa Lucia (amici nel Nord-Est, voi sapete di cosa sto parlando). E così via, dal quaderno Naj-Oleari, alla Smemo, alla tastiera di un computer rumoroso, e poi di nuovo a carta e penna, ma esclusivamente per le lettere d’amore e per quelle di scuse. E poi più niente, per anni. Quando le persone hanno smesso di scriversi delle lettere?

Oggi pensavo proprio a questo. Quindi sii clemente, chiunque tu sia: questo non è che un tentativo, un abbozzo, un brandello di pensieri.

Vorrei condividere con te, caro lettore, parte di quello che sto vivendo in questi giorni di forzato isolamento. In generale non è così male. Pensa che, ad inizio febbraio, lamentavo continuamente la necessità di trasferirmi su di un’isola deserta o in un eremo sulle pendici di una montagna. O in un casale in Toscana, perché no. Amo la solitudine, da sempre. E ci scherzavo, all’inizio: oh, finalmente! Il sogno di ogni asociale del mondo! Finalmente il tempo per immergerti in Proust, completare la cinematografia di Tarkovskij e magari riprendere col tedesco.

Eppure… eppure arrivano. Quei giorni grigi, anzi, neri. Ti sforzi di fare come se niente fosse, accetti volentieri questa quarantena casalinga. Ti alzi, ti vesti, lavori, mangi, alleni mente e corpo, vai a letto. Andrà tutto bene, ripeti a te stesso. Andrà-tutto-bene. Solo che non riesci a dormire, e nemmeno a mangiare da tanto il groppo in gola è persistente. Ma cos’è? Ti misuri la febbre, ascolti il tuo respiro, tutto regolare. D’improvviso, hai come un orribile presentimento, diventi catastrofico. Chiami la famiglia lontana: tutti in forma, per fortuna. Eppure quella “cosa” resta lì. Pensieri infausti a tutte le ore, traumi repressi riaffiorano dall’infanzia.

Una lunga e rigenerante camminata, senza meta: ecco quello che ci vorrebbe per raddrizzare una giornata storta e rimediare ad un qualsivoglia malessere interiore. Solo che non si può e non si deve. La testa gira. Ci mancavano solo le vertigini.

Lettore, ho provato con lo yoga e la meditazione, ma sono troppo impaziente – come se il tempo fosse la cosa che ci mancasse di più in questo momento…-. Allora cucino, perché mi rilassa. Ma non riesco a gustare fino in fondo le pietanze, perché i sensi di colpa mi assalgono: diventeremo tutti obesi durante questa quarantena!! Non mi capacito di quello che mi passa per la testa, a volte. Vorrei solo smettere di pensare e di preoccuparmi.

Non mi pesa la solitudine, e poi posso comunque interagire abbondantemente con gli altri, seppur virtualmente. Mi soffocano l’indeterminatezza, l’incertezza. E questo perché sono anche una persona vagamente ansiosa e maniaca del controllo. Questi mesi per me erano già programmati: consegna della tesi, discussione, viaggio ai confini del mondo, ritorno (forse), nuovi progetti. Ora non lo so quello che sarà.

Ma penso anche che c’è di peggio, in fondo… forse?! Immagino che in questa situazione dovremo necessariamente imparare ad adattarci, a reinventarci. Forse si tratta proprio di questo: siamo chiamati a tornare all’essenziale, ad affrontare fantasmi e debolezze, per trasformarci – si spera – in una versione più evoluta di noi stessi. Come una metamorfosi. E il processo è inevitabilmente doloroso.

Lettore, la cartella sul desktop chiamata “Viaggi_Agosto” è sempre là. Non la riapro da fine febbraio, ma non la archivio e non la voglio rinominare, non per ora. In attesa che il mal di testa passi.

E tu, dove sogni di andare?

Stammi bene.

C.

p.s. Questo è per te: https://www.youtube.com/watch?v=oQFhUx7-J7k

 

 

Puoi leggere le risposte alla lettera di C. cliccando qui –> https://www.epistolariovirale.it/le-lettere/tag/51-c/

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